Pagine Zen 127

maggio / agosto 2022
Endo Genkan. Chanoyu hyōrin (vol. 2). Ed. Izumiya Yamaguchi Mohē, Kyoto 1697. Particolare.
Sommario
  • Chabana Il cuore dei fiori per la cerimonia del tè
  • Fenice 鳳
  • La poesia senza tempo di Li Quingzhao 李清照
  • Il chōken del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • L'illuminazione esiste solo nella dimensione dell'illusione
  • Alla moda di Edo L’abbigliamento maschile nel Giappone di periodo Tokugawa
  • I mostri del notturno giapponese
  • La sublime delicatezza della pittura coreana
  • Lo Shintō, la donna, la miko.
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Lo Shintō, la donna, la miko

Scritto da Cecilia Presciani -
Lo Shintō, la donna, la miko

Il ruolo della donna nel culto religioso più antico del Giappone, lo Shintō (神道 ), è sempre stato oggetto di dibattiti e controversie. Una tradizione autoctona che, considerando la femminilità come qualcosa di negativo, portatrice di impurità (穢れ kegare) ha relegato la donna ai margini della società, permettendole, all’interno delle sue cerimonie, soltanto un ruolo di spettatrice.

Dati questi presupposti potremmo pensare che nello Shintō quella della donna sia sempre stata una posizione di sottomissione, senza aver mai avuto ruoli decisivi e rilevanti, in un contesto totalmente maschile.

Ma è realmente così? Esistono delle particolarità nella storia, delle eccezioni in cui queste regole vengono capovolte?

Andando ad indagare più a fondo, soprattutto nelle fasi più arcaiche di questo culto antico quanto il Giappone, si scopre che non è così.

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