Daoyin
L’antica arte cinese della salute e della longevità

Scritto da Fabio Smolari www.daoyin.it www.facebook.com/daoyinitalia www.instagram.com/daoyinitalia -

“L’arte del nutrimento vitale” (yangsheng zhi dao 養生之道) è l’insieme di tutte le pratiche, le tecniche e le conoscenze atte a promuovere una vita salutare e longeva, un tema al quale la cultura cinese ha dedicato sempre molta attenzione.

Già a partire dal V secolo a.C. il sogno di “vivere a lungo senza invecchiare” (chansheng bulao 長生不老) era un’aspirazione comune a molti aristocratici cinesi.

Tra i vari metodi individuati per perseguire lo scopo, l’esercizio fisico era in genere ritenuto di primaria importanza.

Fu in tale contesto che prese vita una disciplina ginnica tesa a migliorare la salute e prevenire le malattie dal nome di daoyin 導引 – da dao 導 “guidare” e yin 引 “tirare” – un termine che fu interpretato nelle epoche successive come: “guidare l’energia vitale per armonizzarla e tirare il corpo per ammorbidirlo”. Quale sia stata l’origine esatta della disciplina non è dato saperlo, ma già nel IV secolo a.C. era praticata dagli asceti e ricercatori dell’immortalità, come ci informa il celebre filosofo taoista Zhuangzi:

Inspirano ed espirano, inalano e soffiano, espellono il vecchio ed assorbono il nuovo, si muovono come gli orsi e si distendono come gli uccelli1 allo scopo di ottenere la lunga vita. Ecco ciò che amano i seguaci del daoyin, uomini che nutrono la propria forma cercando la longevità del vegliardo Peng.
Zhuangzi

Il daoyin è stato da allora ininterrottamente utilizzato in Cina come strumento per il benessere psicofisico, ma anche come forma di prevenzione e ausilio alla cura per diversi disturbi, nonché come disciplina per la conoscenza, il controllo e la coltivazione di mente e corpo.

La prima esperienza che feci con il daoyin fu nel 1987 a Pechino, quando nell’ambito di un corso di approfondimento della lingua cinese, domandai se non c’era modo di apprendere qualcosa di questa misteriosa arte ed ebbi la fortuna che una nostra insegnante la conosceva e fu disposta ad insegnarci un esercizio: “i sei suoni curativi del maestro Ma Litang”. Poi nel 1990 potei imparare un esercizio del sistema daoyin del professor Zhang Guangde e nel 1992 capitai proprio nella sua classe, senza nemmeno sapere chi fosse.

Appresi dunque che il daoyin yangshenggong era una creazione personale di quell’uomo che mi stava di fronte: un sistema costituito da vari esercizi per i diversi apparati del corpo, ispirato a varie forme del daoyin tradizionale, messo a punto da lui tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 del Novecento. Nel daoyin trovai proprio ciò che cercavo: respirazione, concentrazione, uso della mente e del corpo. Da allora continuai ad allenarmi, a studiare i libri del maestro, seguendolo nei suoi seminari europei e poi invitandolo anche nel nostro paese.

L’esercizio daoyin agisce su tre piani distinti ma costantemente uniti:

1 - un piano fisico, che significa guidare il corpo nelle posizioni e nei movimenti richiesti, con un adeguato sforzo e una corretta gestione di tensione e rilassamento, nonché coordinazione fine della gestualità;

2 - un piano respiratorio, che significa un controllo costante della respirazione nei modi e nei ritmi richiesti, coordinandola con i movimenti svolti;

3 - un piano mentale, che significa controllare e condurre, per mezzo dell'attenzione e del pensiero, il corpo nelle posizioni e nei movimenti richiesti, la respirazione nei modi e nei ritmi richiesti e contemporaneamente focalizzare la concentrazione sui punti richiesti, coordinando tutte queste operazioni in un'unica azione integrata e completa.

Le radici di questa triplice azione sono da ricercarsi nel cosiddetto principio delle Tre Regolazioni (santiao 三调), principio cardine di ogni esercizio tradizionale di daoyin. Le "tre regolazioni" sono:

- regolare la forma / il corpo (tiaoxing 调形)

- regolare il respiro (tiaoxi 调息)

- regolare la mente (tiaoxin 调心)

Corpo e mente sono un tutt'uno nella concezione fisiologica classica cinese. Non è possibile concepire il corpo in modo separato dalla mente. La mente vive grazie al corpo e viceversa, entrambi dipendo l'uno dall'altro. Amministrare e coltivare adeguatamente il proprio corpo non è possibile senza l'intervento della mente, né è possibile disciplinare la mente ed ottenerne la massima concentrazione senza un uso corretto del corpo e della respirazione. La respirazione a sua volta non può essere controllata se non con l'ausilio di posizioni corrette e di una appropriata concentrazione mentale.

Dopo vari anni di studio e insegnamento del daoyin, sentii la necessità di poter far giungere al pubblico ciò che io potevo leggere solo in virtù della mia conoscenza della lingua cinese e della materia. Fu così che – anche grazie alla pandemia da Covid 19 – riuscii a raccogliere anni di traduzioni frammentarie dai libri del mio maestro, integrandoli con altre fonti accademiche e ordinando il tutto in un libro.

Nel libro affronto la storia della disciplina dalle origini ai giorni nostri, le caratteristiche generali del sistema daoyin yangshenggong del professor Zhang Guangde, i principi, i meccanismi d’azione, i concetti ispiratori e i risultati conseguiti in ambito preventivo e curativo del metodo, nonché i concetti basilari della fisiologia tradizionale cinese sui quali la disciplina si fonda ed infine all’arte del nutrimento vitale secondo l’interpretazione del professor Zhang Guangde.

Molti hanno sentito parlare in Occidente di concetti quali yinyang e Cinque Agenti. La teoria yinyang rappresenta il concetto di opposizione e permette una lettura di diversi fenomeni attraverso una categorizzazione e scomposizione in opposti relativi: sopra/sotto, davanti/dietro, caldo/freddo, movimento/stasi, durezza/morbidezza, ecc.

La teoria dei Cinque Agenti nasce invece dall’individuazione di cinque elementi essenziali – acqua, legno, fuoco, terra, metallo – visti come responsabili del ciclo vitale, grazie all’azione svolte da ognuno di loro in un equilibrio di costante trasformazione e reciproca promozione e restrizione. Ai Cinque Agenti i medici cinesi dell’antichità associarono anche le azioni degli organi principali del corpo umano – reni, fegato, cuore, pancreas/milza, polmoni – e ne spiegarono il funzionamento.

Secondo la medicina cinese la fisiologia del corpo umano si basa anche sull’azione di tre elementi principali: l’essenza – parte liquida costitutiva del bagaglio genetico, l’energia – sommatoria dei processi metabolici vitali e lo spirito – facoltà mentale.

Il concetto di “energia vitale” è quello che più affascina il pubblico occidentale, poiché il nome evoca poteri misteriosi, tuttavia si tratta di un’idea che, con le opportune correzioni e interpretazioni, si può comprendere e spiegare alla luce della scienza moderna.

Le norme per il nutrimento vitale proposte dal maestro Zhang Guangde sono ben quindici procedure da mettere in atto per una vita salutare: coltivare il carattere, esser sereni, frenare la rabbia, non affliggersi, aver fiducia nella longevità, moderare i desideri, mangiar leggero, condurre vita regolata, non fumare, ridurre l’alcool, dormire a sufficienza, integrare con gli alimenti e i farmaci che ci aiutano a superare le malattie, fare attività fisica, rispettare i tempi, Daoyin. Ognuna di queste azioni è supportata da una vasta letteratura e anche da evidenze scientifiche.


Bibliografia

Fabio Smolari (Bondeno, FE, 1965)

Laureato in lingua e letteratura cinese all’Università Cà Foscari, si appassiona al mondo orientale già in tenera età. A undici anni inizia a praticare le arti marziali e nel 1987 si reca per la prima volta in Cina. Dal 1992 al 1993 è all’ISEF di Pechino per approfondire lo studio delle arti marziali cinesi (wushu) e del daoyin. Qui incontra il professor Zhang Guangde e ne diviene allievo, successivamente prosegue lo studio della disciplina anche col nipote, professor Zhang Jian.

Membro della nazionale italiana di wushu dal ’94 al ‘97, sei volte campione italiano di taijiquan, campione europeo nel 1996, fondatore della European Daoyin Yangshengong Federation (Parigi 1997), fondatore e presidente della Daoyin Italia - Istituto Italiano Zhang Guangde, da quasi trent’anni è impegnato nella pratica nella divulgazione del daoyin, delle arti marziali e della cultura cinese.


Note

1. Xiong jing niao shen 熊經鳥申. “L’orso si muove, l’uccello si stende” è una frase tradotta in vario modo divenuta sinonimo di daoyin. La parola jing ha molti significati e gli studiosi propongono in questo contesto diverse interpretazioni: “appendersi”, “camminare”, “rotolarsi”, “muoversi”, “dondolare come un orso”. Il senso esatto del termine pare essersi perduto, opto quindi per tradurre in modo neutrale con “muoversi come l’orso”. ↩︎

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